Inestimable

To Herb e Dorothy Vogel.

Inestimable  is a good that once lost, is lost forever!
For art, that object transferred from a museum or a great collection, more than ever you can think of to reacquire or replace.

 

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Senufo mask (part.). Private coll. Italy

The rest of us, and for me, very common passionate collector of African art, inestimable is that piece that joined into the collection, not only determines the added value of the entire collection, but is also irreplaceable for its uniqueness.

 

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Yoruba Iroké Ifa (part.). Private coll. Italy

On closer inspection, a collection built with the criterion of the inestimable, albeit corrected by human tolerance, it is quite difficult and involves a strict control over the item in other posts I referred to as the criterion of quality.

I believe that right this differs a collection from an accumulation of nonsense and bizarre objects, except that this also can be a criterion, provided it is clear to those who put it into practice. Often, however, this awareness is far from being perceived, resulting in determining ingenuous collector a nagging frustration once he realized the poor quality of his collection.

 

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Yaka mask (part.). Private coll. Italy

We return to the policy of the inestimable. It is clear that it is not a matter of money. It goes without saying that the money is an unavoidable unless a fabulous legacy, and perhaps even in this case.
And I mean money cannot be eliminated that resulting from a normal dignified profession, net of expenses that everyone faces to its existence.

The real question is that of the capacity assessment, eye, some luck, and above all the idea of collecting that determines choices and exclusions.

Inestimable is, therefore, the criterion that guides behavior, the logic of acquisition and disposal, risk awareness and the will to want to deal with.

 

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Baoulé, Goli mask (part.). Private coll. Italy

Here is an intuition that determines the criteria for collecting and bordering the perimeter of quality: those artifacts that for beauty, expressive coherence of the canon, the iconographic representation innovative and symbolic significance, not only representing himself same, but by summoning exclude absent.
Few objects, which by their presence enhances the deprivation of the many, that is not essential to possess.

And this is my personal idea of inestimable: what makes a legitimate absence and deprivation a form of possession and a conscious choice.

 

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Songye N’kisi. Private coll. Italy

 

Inestimabile

Inestimabile è quel bene che una volta perduto risulta perduto per sempre!
Per i beni artistici, quell’oggetto ceduto da un museo o una grande collezione, che mai si potrà più pensare di riacquisire o sostituire.
Per noi comuni mortali e per me, comunissimo appassionato collezionista di arte africana, inestimabile è quel pezzo che entrato in raccolta, non soltanto determina valore aggiunto dell’intera collezione, ma risulta poi davvero insostituibile per la sua peculiare unicità.
A ben vedere, una raccolta costruita con tale criterio dell’inestimabile, sia pur corretto da umana tolleranza, risulta alquanto difficile e comporta un ferreo controllo sull’elemento che in altri post ho definito come il criterio della qualità.
Ma, credo io, proprio qui si differenzia una collezione da una raccolta o peggio da un’accumulazione senza senso di strampalati oggetti, fatto salvo che anche questo può risultare un criterio, purché sia ben chiaro per chi lo mette in pratica. Sovente, però, questa consapevolezza è lontana dall’essere percepita, col risultato di determinare nell’ingenuo raccoglitore una fastidiosa frustrazione una volta resosi conto del basso livello qualitativo della sua collezione.
Ma torniamo al criterio dell’inestimabile. Sia chiaro che non è affatto una questione di denaro. Va da sé che il denaro è un elemento ineliminabile a meno di una favolosa eredità, e forse nemmeno in questo caso.
E per denaro ineliminabile io intendo quello derivante da una normale dignitosa professione, al netto delle spese che ognuno affronta per la propria esistenza.
La vera questione è quella della capacità di valutazione, di occhio, fortuna certo, e soprattutto di un’idea di raccolta che determini scelte ed esclusioni.
Inestimabile è, di conseguenza, il criterio che guida i comportamenti, la logica di acquisizione e di cessione, la consapevolezza del rischio e la volontà per volerlo affrontare.
Qui sta un’intuizione che determina il criterio di raccolta e che delimita il perimetro della qualità: quei manufatti che per bellezza, coerenza espressiva del canone, rappresentazione iconografica innovativa e significato simbolico, non soltanto rappresentano sé medesimi, ma per evocazione escludono gli assenti.
Pochi oggetti, che con la loro presenza valorizzano la privazione dei molti, che non è affatto indispensabile possedere.
E questa è la mia personale idea di inestimabile: ciò che legittima l’assenza e rende la privazione una forma di possesso e una scelta consapevole.

Elio Revera

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3 risposte a “Inestimable

    • Ciao Giorgio
      che piacere risentirti!
      Sono orgoglioso di averti come lettore e mi fa piacere che apprezzi il mio lavoro.
      Avrai certamente notato l’indifferenza palese di cosiddetti “guru”del collezionismo italiano che come sai non è proprio un esempio di professionalità e condivisione.
      La cosa non mi tocca per niente…a me interessa il mio percorso e la mia ricerca, non certo le polemiche da pollaio!
      Un abbraccio a te e tua moglie. Grazie
      Elio

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