Il popolo dei Boyo o Buyu, stanziatosi dopo varie peregrinazioni nella regione centro-orientale della Repubblica Democratica del Congo, in prossimità del fiume Luama, ad ovest del lago Tanganica, ha vissuto nei secoli passati tragiche vicende che lo hanno ridotto a poche migliaia di unità. Decimato dalle malattie e dagli schiavisti arabi, questo popolo è erede di una grande tradizione scultorea.

Figura maschile di antenato regale, kalunga kabetshi kunda, Boyo, Repubblica Democratica del Congo, XIX secolo Legno, pigmento, h. 99,5 cm, Collezione privata
Provenienza: Van Ramsdonck
©Archives Fondation Dapper – Photo: Hughes Dubois
Questa imponente e celebre figura maschile regale, denominata kalunga kabetshi kunda ne è un esempio. Si caratterizza per la postura frontale, l’impressionante testa contornata da barba e acconciatura di trecce a foggia di diadema, gli occhi globulari semichiusi ed il naso aquilino; il corpo, dal grande pene, è ricoperto di scarificazioni rituali. Sacre effigi come questa, dove non mancavano i segni connotanti il rango, come i numerosi bracciali, incarnavano lo status degli illustri antenati regali. La massima espressione artistica di questo popolo, infatti, era rivolta all’arte funeraria. Luc de Heusch, tra il 1947 ed il 1950, si è imbattuto per primo nelle opere dei Boyo e, meglio di ogni altro, ha svelato al mondo la meraviglia delle loro realizzazioni e la bellezza delle sculture custodite nelle capanne funerarie. Tra i Boyo le pratiche rituali erano in gran parte limitate ai sacrifici rivolti agli spiriti ancestrali della natura, quali l’acqua, il cielo e l’arcobaleno. Oltre alla società dei divinatori e quelle potenti e segrete dei guaritori e degli uomini di magia, i Boyo non diedero vita a complesse organizzazioni sociali. A differenza di altri popoli vicini, privilegiarono il ruolo famigliare ed il clan di appartenenza. Le strutture di parentela dei capi, erano caratterizzate dalla discendenza matrilineare. In una cultura poligamica come la loro, il matrimonio tra i membri della stessa linea era proibito ed i beni posseduti seguivano la linea della discendenza materna. Non è chiaro quanto questo, nel tempo, abbia influito sull’organizzazione politica e socio-economica delle loro comunità; è comunque ipotizzabile un progressivo indebolimento della struttura di potere, a causa delle complesse questioni ereditarie intrecciate con la realtà poligamica famigliare.
Elio Revera
Si ringrazia la casa editrice Skira. Le infomazioni sono tratte da un mio lavoro pubblicato sul volume Ex AFrica. Storie e Identità di un’arte universale, Milano, 2019, (vedi: https://artidellemaninere.com/2019/02/27/ex-africa-storie-e-identita-di-unarte-universale/)