Credo che questo libro di Arte Africana sia forse quello più minuscolo mai apparso nella storia editoriale di quest’arte.
Misura infatti cm 7 di base per 10 di altezza.
E’ un prezioso libricino pubblicato in mille copie il 9 febbraio 1959.
Edito a Milano da Vanni Scheiwiller, nella collana All’insegna del pesce d’oro, n. 66, è un’opera di Carl Kjersmeier, il grande studioso e collezionista danese. Il testo, infatti, ha avuto anche una traduzione in lingua danese a cura di Giacomo Prampolini.
Ho poggiato su una pagina (doppia) un fermaglio standard per meglio rendere l’idea delle sue reali dimensioni
La vita e l’opera di Kjersmeir, autore negli anni 1935/1938 del libro in quattro volumi Centres de style de la scupture nègre africaine, son ben documentate in questo lavoro (cliccare sul link sottostante):
https://www.imodara.com/magazine/carl-kjersmeier-pioneer-among-collectors-of-african-art/
Kjersmeir che studia ed ammira una scultura Dogon della sua collezione
Il nostro libro è impreziosito da ben 25 illustrazioni in b/n di opere di arte africana di quasi tutto l’intero continente, dai Bamana ai Baoule, dai Luba ai Songye.
Malgrado le ridotte dimensioni, si può affermare che quest’opera costituisca, per chi ama l’arte del continente africano, un piccolo gioiello librario.
I devoti russi di fede ortodossa, nei loro spostamenti, portavano con sè le immagini sacre in forma di piccole icone da viaggio. Più prosaicamente anche Bruno Munari ha creato per i viandanti le sue meravigliose sculture da viaggio.
Alcune aeree sculture di carta di Munari adatte per essere portate con sè durante gli spostamenti
Così mi piace immaginare l’appassionato africanista che estrae dal taschino questo libricino e in un momento di relax, tra una birra e l’altra, si abbevera e si rinfranca alle fonti del sapere di questa mirabile arte, durante le defatiganti peregrinazioni alBruneaf o al Parcours!
Elio Revera