Un importante ambito artistico del popolo Pende della Rep. Dem. del Congo centro-occidentale si riferisce agli oggetti decorativi: i sifflet, gli amuleti, denominati ikhokho, entrambi in avorio e le asce, insegne di potere. L’aggettivo “decorativo” non è da intendersi nella sua mera definizione di oggetto di abbellimento, dal momento che nella cultura delle arti tradizionali africane quasi tutti gli oggetti prodotti assumevano anche uno specifico significato rituale ed una peculiare valenza simbolica.
Le insegne di potere degli chief, herminette o hache, si distinguevano dallo strumento di uso comune, per essere scolpite sulla sommità e con la lama più o meno allungata a forma di falce di luna. Herminettes ed asce di questa tipologia facevano infatti parte delle insegne di potere denominate anche “il tesoro del capo”, il kifumo o uwata.
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Il volto scolpito sulla sommità di questa herminette (cm.31), esprime una tranquilla serenità e pare accennare ad un enigmatico sorriso; la linea di demarcazione che solca la fronte, tipica dello stile katundu, si nota anche sulle maschere giwoyo e muyombo. Il ferro inserito sotto il mento, invece di essere posto in bocca, è un impianto stilistico che si trova soltanto sulle asce che riproducono una maschera; forse, lo scultore ha voluto richiamare la particolare forma della maschera giwoyo (L. de Sousberghe, L’Art Pende, Bruxelles, 1959).
Interessanti sono anche le coiffures molto variegate, a seconda delle zone di appartenenza: a piccole trecce a costituire una calotta intorno al capo, nella regione Kilembe; a corna dritte sulla testa, presenti nella chafferie di Sangu-Mvudi; a lunghe trecce parallele, come quelle che appaiono sull’ascia del re Pindi di Mazinga, sulla riva sinistra del Kwilu. Il capo Pindi è qui ritratto con tutte le sue insegne di potere, a dimostrazione di come questi oggetti fossero destinati unicamente alla regalità.
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Le scarificazioni a forma di croce, presenti sul volto, meritano un’ultima considerazione: la mia interpretazione è che queste incisioni siano retaggio della cultura Lwena-Chokwe, popoli che a volte scolpivano anche per quelli viciniori.
Un’altra dimostrazione questa, dell’interculturalità delle genti d’Africa, spesso divise da confini tracciati con motivazioni storico/poltiche, piuttosto che nel rispetto delle culture e delle etnie di quei popoli.
Elio Revera
Quello che colpisce è che anche negli oggetti di uso comune venga sempre posta un’estrema cura nel manufatto e nel dettaglio
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…apparentemente di uso comune, in realtà un’insegna di autorità e di potere!
Grazie, ciao
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