Prima della recente esposizione al Mudec di Milano con Africa, la terra degli spiriti, un’altra significativa mostra è stata realizzata a Genova nel 2011, titolata L’Africa delle meraviglie.
E’ stata questa un’inizitiva che traeva origine direttamente solo e soltanto dal mondo collezionistico di Arte Africana del nostro paese. La cosa più innovativa, però è dovuta al fatto che furono gli stessi collezionisti a partecipare in prima persona all’evento.
Al di là dei curatori, infatti, vanno ricordati i contributi organizzativi di Alessandro Iacopi, Vittorio Carini ed Elio Revera, individuati dal gruppo dei collezionisti aderenti all’evento, per collaborare insieme ai curatori alla riuscita dell’impresa.
Scultura Baoulé, Costa d’Avorio (cm 44, 5)
La scelte delle opere esposte è stata naturalmente fatta dai curatori, ma l’impegno diretto dei collezionisti nella fase preparatoria non va sottaciuto.
Da sx: monete in ferro nigeriane Ejagham e Mumuye, Baduma (Ciad), Kirdi (Camerun) e doll Bassa, Liberia (cm 19,5)
Sebbene l’esposizione sia stata visitata da tanti appassionati, bisogna però ahimè ricordare che questa iniziativa non ha dato inizio a quella serie di eventi post mostra che in tanti auspicavano e, di conseguenza, l’energia dei collezionisti si è dispersa in mille rivoli.
Colonna con maternità, tempio di Agbeni, Yoruba, Nigeria (cm 150)
Ciò nondimeno la mostra di Genova ha costituito comunque una tappa significativa della storia espositiva dell’ arte tribale in Italia, dopo i grandi eventi di Firenze (1986), Roma (1989) e di Torino (2003/04), soltanto per ricordare quelli più importanti degli ultimi decenni.
Un’esposizione quella di Genova che ha avuto grande risonanza sui media nazionali come testimoniano i successivi tre articoli fra i tanti dedicati all’evento.
http://www.abitare.it/it/design/visual-design/2010/11/11/lafrica-delle-meraviglie/
http://www.viveregenova.comune.genova.it/content/l-africa-delle-meraviglie-le-bandiere-asafo
Per rimanere fedele allo spirito dell’esposizione, pubblico di seguito il comunicato ufficiale della mostra di Genova.
Un omaggio ad Onda, mia insostituibile collaboratrice, a Genova, nel freddo gennaio 2011
L’Africa delle meraviglie
Data Inizio: 31 dicembre 2010
Data Fine: 05 giugno 2011
Luogo: Genova, Palazzo Ducale e Castello D’Albertis
Curata da Ivan Bargna e Giovanna Parodi da Passano con la collaborazione di Marc Augé, la mostra presenta un’importante selezione di opere di arte africana tradizionale di grande valore estetico e culturale.
Il progetto espositivo, che nasce dalla collaborazione fra gli antropologi e l’artista Stefano Arienti, riunisce nelle due sedi di Palazzo Ducale e Castello D’Albertis oltre 350 opere provenienti da prestigiose collezioni private italiane, in gran parte inedite. Maschere, feticci e altre affascinanti sculture sono distribuite lungo gli ambienti, disegnando un avvincente percorso all’interno di meraviglie, capaci di condurre dritti al cuore delle culture dell’Africa subsahariana, dei loro costumi e modi di vita: dal Mali al Congo, dalla Liberia al Camerun.
Visione d’insieme della prima sala espositiva di Palazzo Ducale
L’intenzione dei curatori non è quella di riproporre ancora una volta i rimandi fra modernismo e primitivismo (con l’artista occidentale che veste i panni dell’africano), ma quella di mettere in gioco nell’allestimento della mostra certe pratiche artistiche contemporanee per aiutarci a evocare contesti che sono diversi ma forse meno lontani di quel che pensiamo: per portarci dalle collezioni italiane alle esperienze che di queste opere fanno gli africani.
Pende Mbuya mask, Congo (cm 18)
Costruito su più scenari che si intersecano – quello della presenza forte degli oggetti, quello delle loro esistenze molteplici e mutevoli, quello dei fantasmi e desideri che suscitano in noi maschere e feticci – l’allestimento dell’artista pone l’accento sulla materialità e la tattilità degli oggetti d’arte africani, creando un’ambientazione che associa immediatezza e capacità evocativa, e rinunciando dove possibile a vetrine o apparati didattici che ingabbiano le opere.
Bianco, rosso e nero, la triade cromatica che caratterizza l’arte africana tradizionale, sono i colori utilizzati nell’allestimento fin dall’inizio. I muri bianchi dello spazio espositivo sono accostati a opere di Stefano Arienti: tappeti tinti di rosso o di nero, che rimangono comunque sempre separate dalle opere africane, contribuendo a evocare lo spazio domestico delle collezioni da cui gli oggetti provengono. Mentre libri manipolati, piume, ombre… introducono strane presenze e spiazzanti interferenze, stabilendo connessioni che tessono una complessa serie di rapporti fra le opere, i loro doppi, le nostre ossessioni, e aiutando in tal modo a creare i riferimenti utili a classi di oggetti specifici.
Catalogo dell’esposizione con Maschera elefante in tessuto, Bamileke, Camerun, , SilvanaEditoriale, 2010
Le opere d’arte africane qui pubblicate erano presenti alla rassegna di Genova.
a cura di Elio Revera