Nei quadri antichi, mancando la firma dell’autore, ciò che permette corrette attribuzioni, a parte la documentazione letteraria in merito, è l’innegabile stile e la ricorrenza di tratti similari…forma delle orecchie, delle mani, di altri particolari anatomici, etc…(v. Giovanni Morelli, https://dictionaryofarthistorians.org/morellig.htm)
Questo procedimento può in parte essere esteso, a mio parere, nell’esame di alcuni manufatti africani ed in particolare a quelli dei Dan, una popolazione stanziata tra la Liberia, la Guinea e la Costa d’Avorio.
Gli artisti Dan, infatti, fanno ricorso nelle loro creazioni a tatuaggi e scarificazioni con una modalità estremamente ricorrente e variegata.
Proprio grazie a questa difformità e pluralità di decoro, è ipotizzabile che lo stesso non rappresenti solamente l’appartenenza ad una determinata area stilistica, ma che costituisca altresì la cifra personale di un peculiare autore, ovvero di un determinato atelier di produzione.
In concreto, in questa sede, cercherò di individuare attraverso l’analisi stilistica e dei decori, la produzione di un ignoto, ma rimarchevole artista Dan, limitandomi tra la variegata produzione di questo popolo, a quella dei cuillères de la Wunkirle ovvero dei cucchiai rituali.
“On trouve chez les Dan des cuillères en bois…on les appelle wa-ke-mia (fête, agir, cuillère) et leur propriétaire va-che-de (fête, agir, femme) ou wunkirle. Cette femme est considèrèe comme la plus hospitalière du village ce qui, bien entendu, presuppose qu’elle a quelche chose à distribuer…
Courtesy B. Gottschalk, 2007
La cuillère symbolise la générosité et par voie de consequénce, le prestige de sa propriétaire qu’elle doit en grande partie à l’esprit habitant sa cuillère. Il est le lien entre la femme possédant la cuillère et l’au-delà, où séjournént les esprits sans l’aide de ces derniers, elle ne peut pas maîtriser son rôle au service de la communauté. La cuillère est donc aux femmes ce que le masque est aux hommes. Elle est même portée pour les enterrements de notables en signe de respect pour le défunt…
Le manche de la cuillère est souvent decoréé avec une tête féminine portant des petites nattes en général tressées avec du raphia et correspondant à l’idéal féminin des Dan…
Il arrive que le crâne d’une vache ou d’un bélier aux cornes recourbeès remplace la tête fémminine (de la cuillère). Ces animaux sont élevés pour nourrir les invités à l’occasion d’une fête de famille ou tout autre evénément important…
Le manche de la cuillère peut également avoir la forme d’une paire de jambes faisant, comme toutes les statues des Dan, allusion à la pluralité des personnes régalés par la wunkirle…
La sculpture d’une cuillère semble être la spécialité de certains artistes qui ne produisent apparemment pas d’autres objets”. ( B. Gottschalk, 2007)
Un oggetto specificatamente ha attirato la mia attenzione. Si tratta del cucchiaio dell’ex Coll. Liuba ed Ernesto Wolf , di 70 cm di lunghezza.
Dal Catalogo della Coll. Wolf, (Artcurial Briest Poulain F.Tajan, 2014) : représentant une femme stylisée, debout,les jambes écartées, le torse de forme rectangulaire supportant un large cuilleron de forme ovale, le dos de ce dernier décoré de motifs géométriques caractéristiques, de triangles opposés, les côtés du torse décorés de deux rangées parallèles de zigzags verticaux, des motifs géométriques typiques…
Sull’importanza artistica di questa creazione, mi limito a citare le parole di B. de Grunne: la cuiller à jambe ou femme-cuiller est une création extraordinaire propre aux artistes Dan. Je ne connais nulle part en Afrique noire des cuillers aussi imposantes et parfaitement sculptées. ( Dal cat. Coll. Wolf)
Queste formidabili creazioni hanno avuto un grande apprezzamento in Europa ed hanno suggestionato gli artisti delle Avanguardie del novecento, Alberto Giacometti e Jacques Lipchitz tra questi.
Alberto Giacometti, Femme cuillère, 1927
Jacques Lipchitz, Figure, (1926-1930)
Mi ha colpito anzitutto la forma dell’ impugnatura dello spoon: non è cilindrica, ma quadrangolare, le torse de forme rectangulaire, un particolare stilistico piuttosto raro in generale, che diventa rarissimo, per non dire unico, nei cucchiai zoomorfi quelli cioè con la testa cioè di animale, generalmente bufalo o montone.
L’impugnatura dei cucchiai rituali, infatti, è di norma cilindrica, a volte ad anelli e, quando rettangolare, sovente presenta gli spigoli stondati.
E poi le incisioni. Trattasi di triangoli contrapposti e ravvicinati, serpentine a zig/zag, semicerchi, linee orizzontali e verticali ed altro ancora. Un lavoro realizzato nello stretto, incisivo, prolungato che si completa con la marcata presenza del caolino in tutte le profonde scanalature che ne fanno un voluto elemento di contrasto e di decoro.
Pur notando tantissime incisioni sui cucchiai, questa tipologia di tratto ricorre con le stesse caratteristiche in pochissimi altri esemplari che costituiscono, a mio avviso, un vero e proprio centro di stile dell’arte e cultura Dan.
Courtesy Yale Archive, n.32969 cm. 49, n. 15838 cm. 52, n.129147 cm 72
Le stesse similari caratteristiche, la forma quadrangolare dell’impugnatura e le incisioni del cucchiaio Wolf, sono ravvisabili ed in grande misura comparabili, con quelle presenti su di un altro spoon di grande sinuosa eleganza e perizia esecutiva ed, in questo caso, di foggia zoomorfa (cm 63, Gall. Denise e Beppe Berna).
Si osservino in dettaglio, nelle immagini successive, i particolari delle incisioni sulle impugnature, entrambe quadrangolari.
Certamente ci sono difformità, ma un autentico artista amava di fatto infondere variazioni al proprio lavoro, pur in un contesto di una coerenza stilistico/culturale che, a mio parere, è omogenea nei due manufatti.
Tralascio la patina dei manufatti perché in fotografia non è giudicabile, ma il colore e la densità del legno dei due oggetti mi paiono molto prossimi.
In tutta sincerità, se parlassimo di un quadro antico, credo che ben pochi dubiterebbero del fatto che quei segni equivalgono ad una firma o perlomeno sono dei seri indizi di un’appartenenza alla medesima cifra stilistica ed allo stesso ambito di realizzazione.
Bibliografia
-Fischer, E. and H. Himmelheber. 1984. The Arts of the Dan in West Africa. Zurich: Museum -Rietberg.
-Fischer, E. and H. Himmelheber. 1991. Spoons of the Dan (Liberia/Ivory Coast) -Homberger L. 1991, Looking-Serving-Eating-Emblems of Abundance, ed. Zurich: Museum Rietberg.
-Fischer, E. and L. Homberger. 2014. Afrikanische Meister: Kunst der Elfenbeinküste.
-Himmelheber, H. and Wowoa Tame-Tabmen. “Wunkirle, die gastlichste Frau.” In –Festschrift Alfred Bühler, ed. Carl M. Schmitz. Basel: Pharos Verlag, 1965, pp. 171-181.
-Johnson, B.C. 1984. Seeking a Name: Four Dan Sculptors of Liberia. San Francisco: San Francisco State University.
-Johnson, B.C. 1987. Four Dan Sculptors: Continuity and Change. San Francisco: San Francisco State University
-Expo cat., Cuillers-sculptures, 1991, Paris, Musée Dapper
-Winizki, E. Afrikanische Loffel: African Spoons, 1990 Zurich, Museum Rietberg
Elio Revera