Forse non tutti sono a conoscenza dell’esperienza africana del grande scrittore inglese Graham Greene (1904/1991).
L’autore di Il potere e la gloria, di Il terzo uomo, di Il nostro agente all’Avana, di Il console onorario e di tanti altri importanti romanzi, ha avuto un’attenzione particolare per l’Africa ed un genuino trasporto per quel continente.
Graham Greene ha infatti ambientato in Africa due dei suoi romanzi più noti, “Il nocciolo della questione”, del 1948, e “Un caso bruciato”, del 1961: aveva raccolto il materiale durante alcuni viaggi compiuti nel continente nero a partire dal 1934, e in particolare quelli in Africa occidentale nel 1941 e nel Congo Belga devastato dalla lebbra nel gennaio 1959. In queste occasioni Greene era solito tenere dei resoconti dettagliati: quaderni su cui annotava ritratti, fatti, riflessioni su colonie e colonialismo, perdizione e salvezza. Quei diari, destinati in origine solo a un uso privato, consentono di scoprire come Greene lavorava sulla propria scrittura, come dava forma a un racconto, come trovava gli spunti per la trama e i personaggi. Ma gettano anche uno sguardo acuto sul mondo africano, sul suo fascino magico, visto con gli occhi di un autore che, proprio nella forma diaristica più spontanea, meno elaborata, meno preoccupata di questioni formali, sollecita il lettore a un rapporto complesso e continuamente stimolante.
Quegli appunti, quelle annotazioni sono state raccolti nel libro “Caccia al personaggio. Quaderni d’Africa”, pubblicati nel 1961 in Inghilterra e nel 1966 nella traduzione italiana, (A. Mondadori ed).
Sono osservazioni estremamente interessanti e curiose: l’Africa attraveso gli occhi di un grande ed acuto narratore…e questa, non è cosa di tutti i giorni.
A cura di Elio Revera